Prosegue il viaggio nella chitarra acustica con Giorgio Mastrocola, che, dopo il primo appuntamento, in questa seconda lezione mette a fuoco un aspetto tanto cruciale quanto trascurato: la gestione delle dinamiche, soprattutto nei contesti live e in accompagnamento alla voce.
L’approccio, come sempre, è concreto, privo di fronzoli teorici e carico di spunti nati dall’esperienza sul campo.
Strumming e arpeggi: due volumi, un equilibrio
Durante un’esibizione dal vivo, capita spesso di passare da una parte arpeggiata a una di strumming nel giro di pochi secondi. Saperlo fare senza rompere l’equilibrio sonoro è tutt’altro che scontato.
Mastrocola, in tour con Max Pezzali, racconta come la vera difficoltà sia adattarsi al contesto e conservare la naturalezza della chitarra acustica senza appoggiarsi a boost o preset digitali.
“Quando affidi la dinamica a dei preset, ti sembra di suonare di meno.”
(Giorgio Mastrocola)
Il segreto sta nell’avere una mano consapevole, in grado di bilanciare la pressione tra dita e plettro a seconda del momento musicale. A tutto vantaggio del fonico – nel caso specifico Alex Trecarichi – che può lavorare meglio quando il musicista è parte attiva nel modellare il suono sul palco.
L’accompagnamento come “gesto di rispetto”
Accompagnare non significa solo “suonare dietro a qualcuno”. Mastrocola lo sottolinea più volte: l’accompagnamento è un gesto di ascolto attivo, una responsabilità verso il brano e verso chi canta.
In un mondo musicale sempre più dominato da sequenze e programmazioni, la scelta di non omologare il suono ma di modellarlo con interplay e sensibilità umana è quasi una dichiarazione d’intenti.
“Quando suoni con gli altri, DEVI suonare con gli altri.”
(Giorgio Mastrocola)
Che si tratti di una ballad acustica o di un arrangiamento complesso con più strumenti, ogni nota deve lasciare spazio a ciò che conta: il testo, la voce, il cuore del brano.
La dinamica non è solo mano destra
In questa seconda lezione emerge anche il ruolo della mano sinistra nella ritmica. Attraverso tecniche di muting e sollevamento delle dita, Giorgio mostra come anche ciò che non si suona possa contribuire al groove.
“Quello che NON suoni è tanto importante quanto quello che suoni.”
(Giorgio Mastrocola)
Non si tratta solo di funk o tecniche “moderne”, ma di un’estetica del silenzio che arricchisce anche il pop acustico. Persino un Re maggiore può diventare una fucina di nuance ritmiche, se suonato con cura e consapevolezza.
La chitarra di Giorgio Mastrocola
La chitarra che Giorgio utilizza nel video è una FGX5 Red Label di Giorgio è una dreadnought equipaggiata con un particolare sistema di amplificazione che include un microfono interno, un sensore a contatto e un piezo, permettendo una grande varietà di toni e timbriche e anche di avere sempre il suono giusto a seconda della tecnica di playing.
Si tratta del particolare sistema Yamaha Atmosfeel, che viene regolato tramite le tre piccole manopole – Mic Blend, Master Volume e Bass EQ – sul lato della chitarra.
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